Sitemap

Messaggi da Cassandra/ e-privacy XXXVI@Bari

4 min readMay 11, 2025

(-031) — Cassandra sostiene attivamente e-privacy da sempre. Quest’anno unisciti a noi.

E’ stato pubblicato il programma di e-privacy XXXVI@Bari — 22 e 23 maggio 2025

Per partecipare come pubblico invece basta esserci o se proprio non poi, collegarsi allo streaming.

Il tema di questa edizione è:

“La vita è tutto un dossier”

Avere come obiettivo solo una riduzione del danno alla privacy sembra
ormai l’unica strada percorribile per gli individui. Ma è davvero
possibile ottenerlo?

Maggiori informazioni sul sito del Convegno http://e-privacy.winstonsmith.org.

La raccolta di dati in dossier non è una novità dell’era moderna.

Storicamente in Europa i dati relativi ai passaggi fondamentali della vita di un individuo, ovvero nascita, matrimonio, morte, iniziarono ad essere raccolti in modo sistematico a partire dal Concilio di Trento, che si chiuse nel 1563.

L’atto di battesimo era anche la prova della propria esistenza come cittadino, tanto che gli appartenenti ai culti non cattolici chiesero a gran voce che questi registri fossero gestiti dallo Stato e non dalla Chiesa, per essere parte della società civile. Nacque così l’ufficio dello Stato Civile, ma nacquero così anche i primi dossier, poiché, nel bene e nel male, l’individuo non era più un’entità che esiste per dato di fatto, ma aveva una sua dignità giuridica. A inizio ‘900 si introdusse l’anagrafe, che registrava, oltre ai componenti della famiglia, anche il “foglio di casa”, primo nucleo del catasto urbano. Si aggiunsero poi i registri di vaccinazione, i dati del casellario penale, le cartelle cliniche, i titoli di studio…

Tutti dati importanti, come importanti sono i dati privati relativi ai conti bancari, alla carriera lavorativa, alle attività di hobbistica e volontariato, ma si trattava di dati sparsi, per cui ogni volta che serviva un’informazione occorreva andare presso l’Ente e chiedere di frugare nei faldoni per averne una copia.

Oggi si tende, come nel caso dell’ANPR — anagrafe nazionale della popolazione residente, a raggruppare tutti i dati di una persona in un unico luogo virtuale, accessibile da qualunque parte del mondo.

Ma, nell‘era digitale, il cittadino è anche attivo nel web: in un articolo pubblicato su “BigThink” nel maggio 2012 l‘autore Mark Cheney si poneva già il quesito di quanto il cittadino od il consumatore fosse a conoscenza del contenuto del suo dossier digitale. L‘autore rifletteva sulla vita nel web, dove si accumulano dati sulle abitudini e sugli interessi della vita online di ognuno.

Oggigiorno moltissimi hanno letteralmente l’intera vita professionale e privata immersa nei dati digitali. Se poi non hanno più accesso a tali dati sono letteralmente nei guai, anche solo nel recuperare copie delle fatture emesse, perché la vita digitale “reale” prosegue, anche indipendentemente dall‘accesso o meno ai propri fascicoli digitali.

Tuttavia i dossier digitali hanno dei lati oscuri, ossia chi utilizza i dossier: coloro che vengono in mente sono gli esperti degli uffici delle risorse umane di imprese, che verificano se sul web vi siano delle informazioni relative ad un candidato tali da renderlo inadatto a ricoprire una determinata posizione lavorativa. O peggio ancora informazioni delicate, nelle mani sbagliate, possono portare a ricatti digitali oppure alla possibilità di rintracciare dissidenti.

Poco si parla dei rischi meno evidenti connessi ai dossier digitali: accessi illegittimi, raggruppamento di tutti i dati di una persona in un unico posto.

I dossier in genere — e quelli digitali in particolare — possono essere comodi, ma certamente non sono innocui.

Ed in tale contesto, il GDPR è ancora uno strumento efficace, in grado di ridurre il danno alla privacy?

O è solo una chimera inseguita dagli addetti ai lavori?

Il convegno

Sin dal 2002 ad e-privacy si sono confrontate le tematiche di un mondo sempre più digitale ed interconnesso, nel quale le possibilità di comunicazione ed accesso alla conoscenza crescono continuamente, come pure crescono le possibilità di tecnocontrollo degli individui sin nei più intimi dettagli. L’approccio è interdisciplinare; dagli specialisti in informatica ai legali che si occupano di nuove tecnologie, dagli psicologi agli educatori, dagli operatori privati a quanti operano nel settore pubblico ed istituzionale.

L’Organizzazione

Al fine di mantenere la propria indipendenza, il convegno è, come sempre, a budget zero. I relatori ed i partecipanti dovranno provvedere in proprio alle spese. Eventuali sponsorizzazioni di ditte, enti, gruppi o associazioni hanno carattere non economico e sono intese come adesione morale ai temi ed ai principi. La manifestazione e’ organizzata dal Progetto Winston Smith e da altre organizzazioni, aziende ed associazioni.

Contatti

Per contatti generali e per la stampa: eprivacy@winstonsmith.org, per contatti con i relatori cfp-eprivacy@winstonsmith.org.

--

--

Marco A. L. Calamari
Marco A. L. Calamari

Written by Marco A. L. Calamari

Free Software Foundation member, Progetto Winston Smith, convegno e-privacy, Cassandra Crossing, ONIF, MEP mancato del PP-IT, Nabaztag @calamarim@mastodon.uno

No responses yet