Lampi di Cassandra/ Uno strappo nella Rete
(336) — Dove è finita la Banca d’Italia? Il sito istituzionale, probabilmente oggetto di una ristrutturazione parziale, ha lasciato dietro di se una miriade di link spezzati. Uno strappo nella Rete, uno strappo nella cultura.
19 dicembre 2014 — Oggi Cassandra spera di cogliere i classici “due piccioni con una fava”: intrattenere i suoi 24 instancabili lettori e, da buon cittadino, rendere un servizio ad una pubblica amministrazione.
Ieri ho avuto bisogno di ricercare un documento economico che sicuramente si trovava sul sito istituzionale di Banca d’Italia. Data la contorta struttura mentale di Cassandra, che la rende incapace di navigare la logica della maggior parte dei siti istituzionali, e data anche una buona dose di pigrizia, in totale spregio della privacy ha effettuato una ricerca con Google, trovando immediatamente il documento desiderato sul sito suddetto.
Con una certa meraviglia ho dovuto constatare che cliccando sul link si otteneva un bel “404 — document not found”. Per soddisfare la mia necessità ho utilizzato l’utilissima cache di Google, ma poi un retropensiero è affiorato.
Il documento che consultavo era troppo importante per essere stato rimosso o spostato, quindi c’era qualcosa di strano.Una veloce analisi a campione, fatta sempre con Google, rivelava che praticamente tutti i documenti del sito di Banca d’Italia indicizzati da Google erano spariti dal suo orizzonte.
Data l’abitudine dei navigatori odierni, si può senz’altro dire che erano spariti da Internet.
Una rapida visita al sito ha confermato che i documenti (almeno il campione utilizzato) erano ancora presenti sul sito, se raggiunti navigandolo “normalmente”.
Cosa può essere successo? L’unica spiegazione è che il sito di Banca d’Italia sia stato oggetto di una ristrutturazione effettuata senza considerare assolutamente l’esistenza ed il funzionamento di Internet.
Quando si ristruttura un sito, particolarmente un sito molto visitato (sia commerciale che istituzionale), come dato di progetto fondamentale si pone attenzione a mantenere la validità dei link della vecchia versione, implementando un’opportuna selezione di meccanismi di redirect e/o di ridenominazione dei link.
Cassandra è stupefatta che un sito di questa importanza sia stato ristrutturato senza tenere minimamente conto di questo.Spero che Banca d’Italia voglia tener conto di questa segnalazione, e prendere i relativi provvedimenti.
Perché? Perché una ristrutturazione effettuata senza preoccuparsi dei redirect e dei link preesistenti isola il sito dalla Rete, creandovi un insanabile vortice fatto di migliaia, forse milioni di link che non funzioneranno più sui motori di ricerca.
Un vero strappo nel delicato tessuto della Rete.Un impercettibile inconveniente per i cittadini avvezzi a navigare sul sito, ma un danno per quelli (la grandissima maggioranza) che usano i motori di ricerca.
Un problema per il motori di ricerca: se da una parte prima o poi i motori reindicizzeranno i nuovi link, quelli vecchi sopravviveranno, come fantasmi aggirantesi nella cache di Google, mescolandosi ad essi.
Un grosso problema per tutti gli altri siti della Rete che abbiano uno o più link verso documenti del sito di Banca d’Italia: quei link spezzati dovranno essere risistemati (se mai lo saranno) a mano uno per uno.
Un problema insolubile per tutti quelle pubblicazioni, documenti ufficiali, articoli, tesi universitarie che citano un documento del sito con il relativo link, che non potranno mai essere corretti: non solo uno strappo nella Rete, ma nella cultura stessa.
Il cittadino Cassandra apprezzerebbe molto la soluzione di questo problema.
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