Lampi di Cassandra/ Figli di Trojan
(288) - Nel momento in cui PRISM guadagna l’attenzione dei media, e riemergono proposte per l’uso al servizio della sicurezza nazionale di discendenti legittimi dello spyware, perché le autorità non prendono posizione?
11 giugno 2013 — La scoperta della presunta “talpa” dietro la soffiata più importante della storia della Rete ha appena attenuato l’eco della più rivelatrice conferenze stampa del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, fatta espressamente dopo il leak delle famose slide su PRISM.
Obama ha tenuto a rassicurare i cittadini americani (e solo quelli) che le intercettazioni informatiche e telematiche di massa hanno in realtà violato la privacy di una percentuale molto bassa di pochissimi di loro (di americani quindi), e che questi limitati danni collaterali sono stati resi necessari e ripagati dalla vittoriosa lotta al terrorismo.
E’ stato anche confermato, per coloro che ne avessero bisogno, che attraverso la parte di Rete controllata dagli Stati Uniti passa anche la maggior parte del traffico degli utenti non americani, e che il traffico rimanente viene comunque intercettato, grazie all’attività di varie agenzie a tre lettere e con la complicità collaborazione di almeno 9 giganti dell’informatica, la cui reputazione resiste malgrado chiunque operi per o nella Rete sappia bene come essa non sia affatto meritata. Almeno per quanto riguarda il “non essere diabolici”.
Rimanendo ancora in attesa di ascoltare con piacere il sempre omesso elenco degli attentati sventati grazie alle intercettazioni preventive e di massa, sembra evidente che i cittadini della altre democrazie occidentali non si indignino del fatto che gli è stato ufficialmente comunicato di essere tutti intercettati, in ogni modo possibile, e che continueranno ad esserlo in futuro perché è cosa buona e giusta.
E’ stato infatti spiegato ufficialmente che il governo degli Stati Uniti, pur considerando un “male necessario” dover talvolta intercettare a priori i propri cittadini innocenti, è completamente disinteressato rispetto a sorte ed opinioni degli abitanti delle altre 203 nazioni sovrane di questo pianeta, incluse ovviamente le democrazie occidentali che fanno parte dell’UE, Italia compresa.
Ed ovviamente questi “non indignados” non chiedono che il loro governanti nazionali ed i rappresentanti delle istituzioni sovranazionali si indignino almeno loro, e facciano pubblicamente arrivare nello Studio Ovale le loro proteste ufficiali.
Per l’Italia siano di esempio le tiepide dichiarazioni del Garante della Privacy: la prima parla di “tabulati”, la seconda parla di “raccolta dati USA” che “in Italia sarebbe reato” e la terza arriva a sbilanciarsi definendo “Inaccettabile il monitoraggio costante della vita cittadini”.
A Cassandra farebbe invece piacere vederlo agire di concerto con Ministro degli Esteri ed il supporto del Governo, mentre convoca l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, presentandogli una protesta formale, e contemporaneamente chiedendo la convocazione di una riunione di emergenza del Garanti europei.
Ma se Cassandra può accettare chi, ormai prostrato, non si indigna più di niente, non può accettare che ci sia qualcuno che caschi dal pero e si meravigli di essere arrivati a questo punto. Si poteva pensare che, dopo Echelon ed altre attività simili, negli ultimi 10 o 20 anni quei discoli dalle risorse illimitate, colti per una volta con le mani nella marmellata, si fossero dati all’uncinetto?
Viviamo in democrazie dove talvolta le intercettazioni vengono eseguite utilizzando trojan di stato, impiegati senza nemmeno le garanzie richieste per eseguire un’intercettazione telefonica.
E se in Germania la cosa è stata, almeno formalmente, bloccata, c’è da meravigliarsi che l’esempio compaia altrove? E c’è da meravigliarsi che figli “legittimi” dei trojan di stato tedeschi, i Bundestrojan, riemergano in altri paesi europei come la Spagna ed occhieggino, con il nome cambiato da una manovra politically correct in “Captatori informatici”, anche nel Belpaese, propagandati come arma diretta contro i cattivi e da utilizzarsi senza gli adempimenti richiesti anche dalla più banale intercettazione telefonica?
Signor Garante della Privacy, sentirla chiedere azioni incisive su PRISM ai suoi colleghi dell’UE contro le intercettazioni facili, preventive e di massa sarebbe di grande conforto.
E quando gioca “in casa”, quindi, su questioni che ricadono completamente sotto la sua autorità, sarebbe bello sentirla anche definire “inaccettabili” in Italia l’uso questi discendenti di trojan e botnet, almeno senza garanzie molto, ma molto più forti di quelle necessarie per richiedere un’intercettazione telefonica o ambientale.
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