Cassandra Crossing/ Wikipedia: Dinosauri

Marco A. L. Calamari
3 min readSep 9, 2023

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(33)— Il grosso delle critiche a Wikipedia è una cartina di tornasole, che racconta chi fa della rete uno strumento di crescita e chi la percepisce in buona sostanza come un nuovo mercato.

21 aprile 2006— Nei giorni scorsi sono tornate d’attualità le ricorrenti critiche a Wikipedia argomentate, come talvolta accade, ad un livello abbastanza alto da rendere giustizia all’iniziativa stessa; il ricevere critiche è un’implicita dimostrazione di importanza (“Che si parli di me, nel bene o nel male, purché se ne parli.” — Oscar Wilde).

Oltre alla già citata accusa di essere un’oligarchia, Wikipedia è stata anche criticata dalla stessa Enciclopedia Britannica, che si è scagliata contro una analisi del fenomeno Wikipedia pubblicata dalla celebre rivista scientifica “Nature”, peraltro non nuova a prese di posizione azzardate, basti pensare al celebre articolo sulla “fusione fredda” che pubblico’ nel numero 339 del 1989.

Viene il sospetto che aziende come Britannica.com o Nature.com vedano la Rete esclusivamente come mezzo per far acquistare “d’impulso” a 30$ i singoli articoli trovati tramite una ricerca, sfruttando l’urgenza dell’utente o facendogli pagare a caro prezzo la comodità di non doversi alzare per andare in biblioteca. Un po’ come certi pusher di sostanze però illegali, che modulano il prezzo di ciò che vendono in base allo stato di necessità di chi compra.

Wikipedia invece è gratuita, e funziona come tutti i circoli virtuosi della Rete; chi attinge conoscenza è anche chi, in un piccolo settore, la fornisce: un modello di sviluppo libero e senza vincoli come quello del Software Libero.

E Wikipedia, come tutte le iniziative pubbliche in Rete, necessita che l’utente, specialmente se attinge e non dona, si metta una mano in tasca per pagare le risorse informatiche necessarie, visto che le iniziative in Rete per vivere necessitano anche di hardware, software e connettività, che non crescono sugli alberi.

Ma a cosa si riferisce il titolo? Al

livello qualitativo di Wikipedia, alla sua qualità e correttezza informativa, alla sua dimensione e completezza od alla sua democraticità come community? No, si riferisce alla conoscenza ed accettazione di Wikipedia dalle parti di casa nostra.Da parte dei giornalisti, per iniziare, fino a giungere a chi abbia semplicemente il problema di reperire informazioni. Parlando con i giornalisti, specialmente con i più professionali e quindi anziani, accade di verificare l’assoluta mancanza di informazione su Wikipedia ed i fenomeni sociali di cui essa è espressione; nel migliore dei casi si arriva ad un “Ne ho sentito parlare, ma non è attendibile”.

Nel caso di quella categoria di giornalisti che una volta si chiamavano “scientifici”, la situazione è ovviamente migliore, ma la conoscenza dello strumento e del fenomeno resta comunque marginale. Anche se molti probabilmente utilizzano risorse come questa sembra tuttavia che il modello di circolazione delle conoscenze (o vogliamo chiamarla “cultura”?) non venga minimamente messo in discussione, anzi che non venga percepito il salto quantico che comunità come Wikipedia rappresentano in questo modello.

Sarà forse perché, come lavoratore, il normale giornalista “scientifico” deve operare come semplice “elaboratore di conoscenza”, attingendo alle fonti più raggiungibili e producendo il suo “prodotto finito” entro l’orario di chiusura? Sarà perché è nato, come l’editore, il professore, il docente universitario (e quindi si è adattato) in un modello di circolazione della cultura formalizzato e quindi naturalmente polarizzato da pochi “vertici”? Questioni difficili. Forse i più interessati a Wikipedia come fenomeno dovrebbero essere filosofi e semiologi.

Per adesso invece, all’esterno della comunità dei Wikipediani, i soli che apprezzano il fenomeno sono coloro che lo usano come risorsa, senza curarsi troppo di modelli e di filosofie.

Gli utenti della Rete, che fanno circolare la cultura da quando la Rete esiste, non hanno bisogno di comprenderla, perché Wikipedia è per loro istintivamente ed immediatamente comprensibile, naturale ed ecologica.

Gli altri, ingabbiati da ben diversi modi di vedere e vivere la cultura, avranno bisogno di tempo per adattarsi o scomparire.

Il Cretaceo, per loro, volge alla fine.

Originally published at punto-informatico.it.

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Marco A. L. Calamari

Free Software Foundation member, Progetto Winston Smith, convegno e-privacy, Cassandra Crossing, ONIF, MEP mancato del PP-IT, Nabaztag @calamarim@mastodon.uno